Rifrazione | Prismag
La Minestra degli Esteri
1 | Yoon, The Donald e gli altri
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1 | Yoon, The Donald e gli altri

La settimana internazionale secondo Prismag, vista e raccontata attraverso i giornali di tutto il mondo

Una delle promesse più importanti che un buon giornalista dovrebbe fare ai suoi lettori o ascoltatori è di non limitarsi a guardare solo dentro i confini di casa. Proprio mentre l’amministrazione Trump, fresca d'insediamento, annuncia l’uscita degli Stati Uniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, sul Quotidiano del Popolo — l’organo ufficiale del Partito Comunista Cinese — appare un editoriale dal titolo "Il mondo ha bisogno di multilateralismo". Un appello che ci riporta alle promesse delle organizzazioni internazionali sorte dopo la Seconda guerra mondiale, che oggi appaiono sempre più fragili e frammentate. Si parlava di "governance globale", ma cosa ne è rimasto?

Con il 2025 appena iniziato, ecco nella tua casella di posta la prima, fumante Minestra degli Esteri dell’anno. Colgo quindi l’occasione per augurarti uno splendido anno nuovo. Anche questa settimana, come sempre, tanti temi interessanti: dagli Stati Uniti alla Corea del Sud, senza dimenticare la precaria tregua tra Hamas e Israele.

Il Mondo di Trump: un rompicapo Infinito

L’amministrazione Trump ha iniziato la sua stagione con una serie di ordini esecutivi destinati a scuotere gli equilibri internazionali. Contrariamente a quanto spesso si pensa, il suo atteggiamento "isolazionista" è in realtà una forma di retrenchment, un impegno più selettivo in un contesto dove la Cina emerge come il principale — se non l'unico — sfidante della supremazia statunitense. "Può un ordine turbato sopravvivere a un leader dirompente?", si chiede Margaret MacMillan nel suo saggio su Foreign Affairs.

I commentatori sono divisi. Mentre alcuni, come Jason Riley del Wall Street Journal, mettono in guardia contro i rischi delle politiche di Trump pur da posizioni moderatamente aperte alle idee del Presidente, cui pure rimproverano determinati eccessi, altri parlano di un "sovranismo radicale" ispirato da una potenza ancora incomparabile. Sul quotidiano italiano Domani, lo storico di SciencesPo Mario del Pero mette in guardia i propri lettori: “Trump bis sarà peggio del primo”. Il professore di Storia delle relazioni internazionali ed editorialista del Quotidiano Nazionale Piero Graglia racconta la diplomazia trumpiana come ispirata da un "globalismo aggressivo” e da un patriottismo “perverso e a senso unico”, con un unico perno: la competizione con la Cina.

Sull’apparente letargo europeo nell’elaborazione di una risposta al disimpegno trumpiano, non perdete infine sul Figaro quest’editoriale di Nicolas Baverez, dal titolo “Il fantasma della Comunità europea di difesa”.

La destituzione di Yoon, un terremoto per niente?

Spostiamoci ora in Corea del Sud, dove il presidente Yoon Suk-Seol, dopo aver proclamato la legge marziale lo scorso dicembre, si trova ora in attesa di un giudizio della Corte Costituzionale da cui dipende la validità della sua destituzione parlamentare. Lacerato al suo interno dai “conigli”, i turiferari di Yoon, il Partito del Potere Popolare mira a esprimere ancora una volta il prossimo Presidente, nonostante la sua posizione di minoranza all’Assemblea. In fondo, scrive il quotidiano Dong A-Ilbo in un editoriale, “solo davanti a una corte è possibile svelare la verità dei fatti e mettere in luce eventuali responsabilità penali". L’opposizione del Partito Minju, malgrado ciò, non sembra in grado di capitalizzare su questa opportunità, afflitta dalle sue stesse divisioni interne e da un candidato, Lee Jae-myung, con un passato (e un presente) giudiziario problematico. Un’impasse che fa da eco all’incertezza della politica sudcoreana.

La crisi in Congo: anche l’Africa torna a ribollire

L’offensiva delle forze M23 sulla regione orientale della Repubblica Democratica del Congo è l’ultima sorpresa della settimana. Le milizie di occupazione controllano già le risorse di coltan - preziosissimo minerale utilizzato nella fabbricazione degli smartphone - presenti nei dintorni della città di Goma. L’ennesimo episodio cruento di una guerra civile che ha già mietuto quasi sei milioni di morti e insanguina la regione dei Grandi Laghi da decenni. Solo la stampa francofona offre qualche spunto in più: Vincent Hervouët sul settimanale JDNews individua nella difficoltà di riconoscere “nelle vittime di ieri i boia di oggi”. Già, perché M23 è finanziata, organizzata e addestrata dai militari del Rwanda di Paul Kagame. Una forma di revanscismo alimentata dalla totale indifferenza con cui l’Occidente assistette al tristemente noto genocidio del 1994. D’altronde, il Presidente del Congo Félix Tsikehedi, confrontato ai rumorosi silenzi della “Comunità internazionale” (termine sul quale nel mondo di oggi si potrebbe anche discutere), è indebolito anche dall’incapacità di combattere la corruzione strisciante che spadroneggia nei palazzi di Kinshasa, racconta Le Soir. Problemi domestici enormi, dinanzi ai quali i pochi e incerti solleciti dell’ONU - solo vaghi ed episodici - per un ritiro Rwandese dal Nord-Kivu sembrano comunque una foglia di fico.

Gaza: una fragile tregua

La tregua tra Israele e Hamas ha portato un momentaneo ritorno alla normalità per i cittadini di Gaza, che finalmente possono rientrare nelle loro case. La sensazione di precarietà rimane tuttavia forte. Le dichiarazioni di Trump su un'eventuale evacuazione dei palestinesi da Gaza verso l’Egitto o la Giordania hanno sollevato più di qualche polemica. La stampa turca non manca di evidenziare l’incertezza sulla durata di questo cessate il fuoco. Come scrive Haaretz, la vera “vittoria” per Hamas potrebbe essere proprio il fatto di gestire Gaza come un governo regolare, anche durante la tregua. È quanto teme l’editorialista del Jerusalem Post Eran Lahav, “Hamas sta rafforzando la sua narrazione con l’accordo di cessate il fuoco”, mediante la costruzione di una “retorica vittoriosa”, una falsa narrazione - per l’appunto - che mira a diffondersi come campagna di reclutamento di futuri terroristi.

Siamo arrivati al termine di questa prima Minestra del 2025. Ti ricordo che a questo link puoi abbonarti a Prismag e sostenere questo ed altri progetti: non solo riceverai a casa tua la rivista e potrai sfogliarla, anche in digitale, ma contribuirai a sostenere il giornalismo indipendente, giovane e per i giovani. Noi, intanto, ci sentiamo la prossima settimana!

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