Violigate, parla Moussolinho: «La cosa è sfuggita di mano, ma non è bullismo»
Intervista esclusiva all'autore della fake che ha mandato in tilt i media americani e causato una notte spiacevole a un ignaro cronista romano. Che, ancora una volta, promette querele a raffica.
Di Francesco Stati
Marco Violi non ha sparato a Donald Trump. Ma questo lo sapete già. Il giornalista romano, direttore di alcuni blog e content creator di fede romanista, per alcune ore è stato accusato dalla stampa di mezzo mondo di aver attentato alla vita del candidato presidente repubblicano. Lui, però, dormiva in casa sua. Tutta colpa di un tweet ironico che, travisato dai giornali stranieri, ha portato la sua faccia su telegiornali, siti web e pagine social con il nome di Mark Violets.
Archiviato l’equivoco, il pubblicista giallorosso è partito alla carica. Intervistato dalle più importanti testate italiane, Violi ha sentenziato: «Denuncio tutti». Uno dei suoi cavalli di battaglia, per chi lo conosce. Il direttore di Romagiallorossa ha affermato di essere vittima di un complotto ai suoi danni orchestrato dall’ex presidente della Roma, James Pallotta, che dal 2018 lo perseguiterebbe per le sue posizioni critiche verso il management giallorosso. A guidare la congiura, secondo quanto riferito, un ineffabile uomo a libro paga del tycoon americano: Moussolinho.
«Ma quale persecuzione», si difende quest’ultimo, attivo da tempo su X come content creator a sfondo comico. «Mi viene da ridere: non ho nessun legame con alcuna dirigenza della Roma, né sono mai stato pagato da loro: Violi è un personaggio folkloristico, è da anni che è diventato un meme su X e non solo per i suoi atteggiamenti». Moussolinho trae il suo nome da una crasi tra José Mourinho, ex allenatore della Roma, e Benito Mussolini (che non ha bisogno di presentazioni). Un nickname che spiega il tone of voice del personaggio ed è ispirato a un articolo di un quotidiano sportivo spagnolo che definiva il popolare allenatore il “Duce portoghese”. Il nome è rimbalzato sui fact checking di Reuters, Bloomberg e soci, affrettatisi a chiarire il qui pro quo in un clima di surreale ilarità per gli utenti parte della community “Twitter Calcio” e di grande ansia e preoccupazione per Violi e i suoi cari.
Dopo alcune ore di assenza, l’uomo dietro al tweetazo è tornato online e ha parlato con noi del caso, in esclusiva. «Non mi aspettavo nulla di tutto ciò», spiega. «Questo genere di tweet con protagonista Violi o altri personaggi bizzarri è cosa comune da anni su X e sempre con esiti irrilevanti. Giusto per fare un esempio e far capire la straordinarietà del tutto, qualche mese fa un altro youtuber romanista, Asso di Roma, fu spacciato per il dissidente russo Evgenij Prigožin, con cui ha in comune solo la capigliatura». Eppure, i giornali di tutto il mondo hanno dato credito a un utente Twitter qualsiasi. Sono bastate una foto colorita, un po’ di informazioni sommarie e tanta, tanta superficialità da parte di colleghi stranieri con poca dimestichezza con la lingua italiana e Violi si è scoperto terrorista… per la seconda volta. Sì, perché in passato una testata greca, travisando un tweet simile in cui al pubblicista romano era stata messa una kefiah con Paint, lo aveva indicato come l’attentatore di Kongsberg, in Norvegia, in cui persero la vita 5 persone. Quella volta, la sua identità fu storpiata in Marek Al-Viol.
Tutto questo, secondo Moussolinho, è stato fatto in nome dell’ironia. «È un filone di un meme sulla falsariga di quelli che il Twitter/X anglofono fa con personaggi come Sam Hyde: si posta la foto di un personaggio più o meno noto, in modo palesemente caricaturale, collegandolo al fatto di cronaca del momento. Sono battute fatte a uso e consumo di uno sparuto gruppo di follower per cui Violi è un personaggio di culto. Questa volta la cosa è esplosa perché il tweet in qualche modo è riuscito a finire nel radar dell'alt right americana, community dove i più ragionevoli pensano che il mondo sia controllato dai rettiliani e che Hillary Clinton sia un demone azteco di 2000 anni. Non so tramite quale algoritmo o meccanismo di engagement svariati account di quella sfera ideologica si siano bevuti quella che era una palese battuta/idiozia fatta per scherzare e da lì c'è stato un effetto valanga». Dietro la diffusione endemica del tweet potrebbe esserci stato l’accreditamento di Simon Ateba, corrispondente alla Casa Bianca per Today News Africa, insieme ad altri suoi colleghi americani e messicani.
C’è chi, a fronte di un errore così marchiano, ha parlato di superficialità. «Non credo sia una questione di incapacità di valutare i contenuti», spiega l’utente, «ma un semplice caso di FOMO [fear of missing out, ndr]: sui social e gran parte della stampa c'è ormai da tempo una corsa a fare click e interazioni a tutti i costi. Controllare le fonti non è importante, è importante arrivare prima e provare a essere considerato quello che ha dato la notizia. Poi, se non è vero, pazienza. Negli ultimi anni ci sono state centinaia di situazioni del genere con bufale più o meno assurde riguardo alle più svariate situazioni italiane e internazionali. Quanto successo non è che mi sorprenda più di tanto. Ma la velocità a cui si è propagato il tutto, sì».
Intanto, però, per l’imperizia della stampa mondiale la faccia di Violi è stata sbattuta «come il mostro in prima pagina, senza alcuna verifica», per usare le parole di una sua storia Instagram. «Lunedì denuncerò gli autori della fake news e tutte le testate giornalistiche che l’hanno diffusa», dichiara ancora lo youtuber. «Uno dei miei intellettuali di riferimento [l’allenatore ed ex calciatore Walter Zenga, ndr] una volta disse: “Uuuh che paura che mi fa signor Varriale, son qua che tremo”», risponde Moussolinho. «Violi ha denunciato centinaia di persone e alcuni per decine di volte, come il sottoscritto, e si è sempre tutto concluso con un nulla di fatto, che io sappia. Questo perché, secondo me, le sue cause sono parte di una pantomima che si è creato per fare interazioni e click. Mi dispiace solo per gli ufficiali del commissariato romano di San Basilio, che si ritroveranno lui in ufficio che gli farà perdere mezz’ora con la sua ennesima denuncia».
Sebbene l’intento fosse satirico, però, il volto di Violi è stato accostato a un grave crimine a livello planetario. Gli estremi per un’azione legale paiono esserci. «Sono consapevole che la cosa sia sfuggita di mano e abbia avuto una eco mondiale», precisa Moussolinho. «Doveva essere un tweet ironico limitato alla mia cerchia di follower, non mi aspettavo che account con milioni di seguaci cascassero in una trollata del genere. Ho cancellato il tweet una volta realizzata la cosa, ma ormai il vaso di Pandora era stato scoperchiato. Non è una giustificazione. Mi prendo la piena responsabilità di ciò che ho fatto. Il signor Violi è libero di presentare un’altra querela nei miei confronti».
Un’altra, appunto. «Violi è noto nell’ambiente romano per questa sua tendenza», afferma Moussolinho. «La storia va avanti da decenni in salse diverse: all’inizio riguardava la cerchia del giornalismo sportivo romano e delle radio locale che lo ostracizzavano, poi era colpa degli altri youtuber e personaggi del mondo Roma che lo molestavano, ora è colpa dell’ex presidente della Roma, James Pallotta».
Eppure, un accerchiamento sembra in atto e Violi ha detto alla stampa di essere vittima di bullismo. «A mio avviso non si tratta né di questo, né di qualsiasi altra attività che possa avere conseguenze su Twitter o in un tribunale», si difende l’autore del post incriminato. «Violi è un content creator: quello che facciamo io e molti altri è ridere o condividere alcuni suoi contenuti. Cosa che succede con decine di altri personaggi. Per quanto mi riguarda, lui è quello con più considerazione perché intorno alla sua figura si è creato una sorta di culto pop nel corso degli anni. Ma il Violismo, se così vogliamo chiamarlo, non si limita a Twitter/X: si verifica anche nelle radio locali romane. Violi, infatti, è un personaggio del folklore calcistico locale da molto prima che la cosa si spostasse sui social. Svariati speaker lo hanno citato e preso bonariamente in giro mandando in onda le sue canzoni e montaggi audio dei suoi video. Anche loro sono stati per questo denunciati, secondo quanto riferito da Violi. Che io sappia, però, senza alcuna conseguenza. In compenso, in reazione alla diffusione dei suoi contenuti via etere, Violi ha minacciato il suicidio, come nel caso di una puntata con alcuni suoi estratti audio andata in onda sull’emittente romana Teleradiostereo».
Un altro aspetto poco noto di Violi riguarda i suoi rapporti con alcuni colleghi. «Mi risulta difficile credere alle sue parole quando si dice vittima di persecuzione», aggiunge Moussolinho. «Prima di salire alla ribalta e di guadagnarsi le attenzioni mie e di altri content creator, questi cercava di crearsi un’audience facendo video in cui minacciava altri youtuber o li insultava apostrofandoli con epiteti omofobi. Inoltre, a completare il quadro ci sarebbe un’indagine a suo carico per stalking nei confronti di una sua ex collega [Maria Paola Violi, sorella del cronista, ha dichiarato a riguardo che l’indagine sarebbe stata archiviata, ndr] e un’altra vicenda in cui è stato coinvolto per aver provato a carpire in modo fraudolento informazioni dai dirigenti della Roma Walter Sabatini e Claudio Fenucci, all’epoca nel management di Pallotta [in questo caso Maria Paola Violi ha affermato che la querela sarebbe stata ritirata da Sabatini, ndr]. Non solo: Violi ha finto di essere morto e/o di suicidarsi più volte per fare click e spaventare i destinatari delle sue denunce. Sono contenuti ormai eliminati dal suo sito, ma reperibili in vari archivi di internet». Una serie di comportamenti e denunce che, secondo Moussolinho, non avrebbero avuto seguito: «Ogni volta che mi ha minacciato querela non è successo nulla. Non ho avuto conseguenze né su Twitter, né a livello legale».
La fama di Violi bucò per la prima volta la bolla del Twitter romano/calcio nel 2021 con la Violination. «Ebbi l’idea di trasmettere in uno Space su Twitter alcune delle sue canzoni/sfuriate più popolari, tutte accessibili sui suoi canali social», spiega Moussolinho. «Essendo capitato nel periodo della pandemia, con gran parte delle persone chiuse in casa, nel giro di qualche ora i numeri dell'utenza sono esplosi, in parte aiutati dal fatto che svariati personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport si sono uniti all’ascolto». Il trend arrivò al quarto posto della classifica degli hashtag in tutto il mondo senza che quasi nessuno ne comprendesse le dietrologie. «Nonostante gli strepitii del Violi [che minacciò di querela tutti i giornalisti che si fossero occupati di raccontare i fatti, ndr] si è tutto concluso senza il minimo problema per il sottoscritto o chiunque altro», spiega Moussolinho. «Questo perché non esiste il reato di stream di canzoni non coperte da diritto di autore in uno spazio Twitter. Nel caso specifico, Violi è arrivato a fare un esposto all’Ordine dei giornalisti del Lazio verso alcuni giornalisti, ‘rei’ di essersi connessi alla diretta. L’esposto è stato rigettato».
Anche io sono stato intimidito e, a detta sua, querelato da Violi in seguito al mio lavoro giornalistico legato alla Violination. Tuttavia, non sono pervenuti riscontri legali nei miei confronti da parte delle autorità, se non ulteriori intimidazioni da parte della di lui sorella e della di lui pagina sul mio profilo X, in corso anche al momento della pubblicazione di questo articolo. Abbiamo provato più volte a contattare Marco Violi per fornire la sua versione dei fatti rispetto alla vicenda che lo ha interessato, senza successo. Maria Paola Violi, direttrice editoriale di Romagiallorossa, informata della nostra richiesta, ha preferito non commentare. Restiamo a disposizione del collega e dello staff del suo giornale per una risposta a quanto affermato in questo articolo in qualsiasi momento.
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moussolinho ha dimenticato di riportare che il Violi ha più volte millantato di essere l'avvocato Alessandra Spina, di aver subito minacce di morte in concorso con l'intera famiglia Violi, ripetute diffamazioni a mezzo stampa... la storia è ancora lunga!!