La discussa lotteria di Elon Musk
Il magnate della libertà di opinione, un tempo equidistante da democratici e repubblicani, sta provando con ogni mezzo a far vincere Trump. L'ultima idea? Una lotteria milionaria
Di Francesco Stati
Chi lo avrebbe mai detto che Elon Musk, che un tempo disprezzava la politica, sarebbe diventato il primo sponsor del candidato repubblicano alla presidenza? Diciamo che, su Jefferson, qualcuno aveva paventato l’ipotesi, un paio di anni fa. Ora, il magnate di Tesla, Space X, X e molto altro ha messo in piedi una lotteria: iscriviti alle liste elettorali, firma questo manifesto che assolutamente non ti inquadra come elettore repubblicano e potresti vincere ogni giorno un milione di dollari!
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Chi vuol essere milionario voti Trump
Dicevamo della lotteria di Musk. Attraverso il suo gruppo di azione politica AmericaPAC, il magnate sudafricano ha promesso di far vincere un milione di dollari ogni giorno, fino al 5 novembre, a un elettore registrato in uno dei sette stati chiave che decideranno l’esito della corsa alla Casa Bianca. La controversa lotteria ha attirato l'attenzione dei media e delle autorità, sollevando forti dubbi sulla sua legalità.
La campagna, rivolta agli elettori della Pennsylvania, Georgia, Nevada, Arizona, Michigan, Wisconsin e Carolina del Nord (i sette swing states, gli Stati in bilico tra democratici e repubblicani di cui parliamo nel nostro numero) mira a raccogliere adesioni a una petizione che dichiara il sostegno alla Costituzione degli Stati Uniti, con particolare enfasi sui diritti di libera espressione e sul diritto di possedere armi, quest’ultimo molto caro all’elettorato repubblicano. Gli elettori che firmano la petizione partecipano automaticamente a una lotteria giornaliera che mette in palio un milione di dollari. La campagna prevede anche incentivi in denaro per chi riesce a far iscrivere altri elettori.
L’iniziativa di Musk non è passata inosservata, specialmente per i suoi potenziali problemi legali. Secondo la legge elettorale federale degli Stati Uniti, è vietato offrire denaro o altri benefici in cambio di voti o per incoraggiare l'iscrizione nelle liste elettorali. Questo è uno dei punti principali su cui si sono concentrati gli esperti di diritto elettorale come Rick Hasen, professore all'Università della California a Los Angeles (UCLA), secondo cui l’iniziativa di Musk «è illegale in modo evidente». La legge prevede sanzioni severe, inclusi fino a 10.000 dollari di multa o cinque anni di prigione per chiunque offra o accetti pagamenti legati alla registrazione o al voto.
Un altro esperto, Brett Kappel, avvocato specializzato in finanziamenti elettorali, ha confermato al Washington Post che la campagna di Musk potrebbe violare le normative federali. Pur riconoscendo che nessun elettore viene pagato direttamente per votare, la distribuzione di denaro come parte del processo di raccolta delle firme introduce elementi che potrebbero aggirare lo spirito della legge.
L'iniziativa ha agitato anche la politica. Il governatore dem della Pennsylvania, Josh Shapiro, ai microfoni della NBC ha definito «molto preoccupante» la strategia di Musk e ha auspicato che le forze dell'ordine esaminino il caso. Sebbene abbia riconosciuto il diritto di Musk a sostenere pubblicamente Donald Trump, Shapiro ha sottolineato che l’immissione di somme così ingenti nel processo elettorale solleva questioni che meritano un’analisi approfondita. Trump, durante un comizio, a precisa domanda sul tema ha minimizzato la vicenda, affermando di non essere a conoscenza dei dettagli, confermando però la sua amicizia con l’imprenditore miliardario. E dire che, qualche anno fa, lo ridicolizzava sul suo social Truth.
Che la lotteria sia legale o meno, l’obiettivo è un altro: raccogliere dati per creare banche dati di elettori, una strategia ben consolidata da anni nell’ambito delle elezioni presidenziali americane. Questi database consentono alle campagne di segmentare meglio il pubblico e di indirizzare messaggi personalizzati agli elettori attraverso ads digitali e fisiche. Tuttavia, ciò che distingue l'iniziativa di Musk è l'entità delle risorse impiegate e il forte legame tra il reclutamento di elettori e il sostegno a questioni politiche specifiche di una fazione, come il diritto alle armi e la sedicente libertà di espressione (sedicente perché il bavaglio alle opinioni, paventato da Musk, è quantomeno questionabile).
Secondo il patron di Tesla, la campagna della sua AmericaPAC ha lo scopo di raccogliere fino a due milioni di firme negli stati chiave, un obiettivo che mira a influenzare direttamente l’esito elettorale. Finora, Musk ha donato 75 milioni di dollari al PAC, rendendolo uno dei principali contributori alla campagna per il ritorno di Trump alla Casa Bianca. La rapidità con cui AmericaPAC è diventato un attore chiave nella corsa elettorale sottolinea l’influenza crescente dei grandi donatori privati nel sistema politico americano, con tutte le conseguenze del caso sulla tutela dei cittadini rispetto a quella degli interessi particolari.
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